SKAM 6 dialoga con Zerocalcare

Sara C. Santoriello
4 min readJan 22, 2024

SKAM 6 è arrivata e un incipit potente impedisce di guardarla con moderazione. L’impressione è che lə sceneggiatorə abbiano visto “Questo mondo non mi renderà cattivo” di Zerocalcare [SPOILER ALERT].

Primo incontro tra il Collettivo Rebelde e Giulio. Frame dal trailer di SKAM Italia 6

La sesta stagione di SKAM Italia si concentra sul personaggio di Asia, studentessa del quarto anno al Liceo Kennedy di Roma. Gli episodi giungono in medias res dopo la sconfitta alle elezioni per il rinnovo della rappresentanza di istituto. La “lista dei fasci” ha vinto e il Collettivo Rebelde si rimbocca le maniche per recuperare consensi a scuola attraverso attività di formazione. Tra i membri del collettivo spicca Asia, una ragazza carismatica, convinta che il giusto mix tra idee e impegno potrà cambiare il mondo, ma al contempo segnata dal rifiuto nei confronti dei suoi “frivoli” coetanei. La medesima dedizione che manifesta in pubblico è agita di segno opposto nel suo privato, dove nasconde i sintomi del disturbo alimentare da cui è affetta. L’arrivo di Giulio nella sua vita sarà un ulteriore elemento di complicazione. La serie, infatti, si apre per la prima volta con immagini d’archivio, tra video social e telegiornali, di episodi realmente accaduti, come l’assalto alla sede della CGIL nell’ottobre 2021 e prima ancora a Capitol Hill a gennaio 2021, “la violenza sulle donne, razziale, contro le minoranze” e tutte le varie forme attraverso cui si propaga l’aggressione nei confronti dei più deboli.

Lo scorso anno usciva sempre su Netflix “Questo mondo non mi renderà cattivo”, disegnato, doppiato e scritto da Zerocalcare. Anche questo plot incrocia nel suo racconto un episodio che si ripete di frequente. In seguito all’arrivo di 35 richiedenti asilo (il “pacco” dell’episodio 1 che fa il giro delle sette chiese), l’apertura di un centro d’accoglienza a Roma Est genera tensioni tra nazisti e antifascisti. Il focus, però, non è solo su “questa rottura de cojoni dei fascisti” ma su un compagno di infanzia, Cesare, tornato a casa dopo aver passato diverso tempo in una comunità di recupero, che trova nel gruppo nazista un punto di riferimento. L’idea che persone come Cesare possano sentirsi affini all’area nera tormenta Zero dall’inizio alla fine della serie, chiedendosi se, a parità di condizioni, un diverso risvolto della sua vita non lo avrebbe condotto sulla stessa strada.

Nella crisi delle identità e dei posizionamenti, le due serie ambientate a Roma descrivono in sostanza le stesse dinamiche: il fascismo si insinua nelle emergenze sociali. Sia Cesare che Giulio hanno dovuto interfacciarsi con un ambiente ostile. Cesare ha vissuto in un quartiere della periferia di Roma, abbandonato a fare i conti in solitaria con la povertà e la dipendenza dall’eroina. Trova conforto in un gruppo politico da cui si sente ascoltato e non giudicato. Giulio vive a Ciampino e durante le prime fasi dell’adolescenza frequenta un gruppo ultras dello stadio. Quando parla della sua città, ricorda che l’unico spazio aperto è un bowling e le immagini del complesso abitativo richiamano le case popolari.

Giulio è anagraficamente più giovane di Cesare e negli anni della formazione. Dopo aver pestato un ragazzo gay in branco, la mediazione con la parte offesa crea per lui un ponte che contribuisce a solidificare il rigetto verso l’atto violento commesso e l’interiorizzazione di nuove consapevolezze. Cesare vive una disillusione che si trasforma nella paura che una forma di miseria più acuta minacci o aggravi la sua condizione. Lasciato solo e senza alcuna forma di tutela, interpreta il mondo con l’intransigenza di una Euridice che torna a casa senza che nessun Orfeo sia andato a cercarla. L’Orfeo venuto meno nella vita di Cesare e che, invece, ha cambiato le sorti di Giulio è lo Stato. Dopo 3 anni in riformatorio, decide di tornare a scuola e si avvicina a un collettivo studentesco per mettere in pratica ciò che ha imparato.

Se la serie di Zerocalcare lascia l’amaro in bocca per l’impossibilità di chiudere la voragine, SKAM 6 suggerisce che la redenzione è un processo gentile. Il dialogo tra Munny e Asia è la chiave di lettura del racconto. Il ragazzo le spiega la differenza tra lo Stato di Diritto e lo Stato Etico: quest’ultimo si sostanzia nella coincidenza organica tra diritto privato e dovere morale e diventa emblema della “società chiusa”, mentre il primo, secondo Popper, si caratterizza per il confronto e la tolleranza (trovando il suo limite nell’intolleranza). Comunque, è il passaggio che mi ha convinto meno della serie e che avrebbe meritato un ulteriore momento di riflessione, anche perché, preso alla leggera, potrebbe apparire come una critica alla ferma posizione antifascista di Asia (anche perché Popper non si studia al liceo e compare scrollando su Internet). Munny le dice che approfondirà l’argomento in vista del diploma, ma non è forse già contenuto in Beccaria il senso di una comunità che rifiuta l’emarginazione e offre una seconda opportunità? Asia non applica una “svolta di Salerno”, reintegra Giulio accogliendo le sue scuse.

Michele Rech in un’intervista diceva qualcosa a riguardo: «[…] ciò che osservo è che nel mondo in cui viviamo abbiamo interiorizzato il fatto che ognuno si salva da sé e spesso a discapito degli altri, sgomitando e facendo di tutto per calpestare chi si trova in condizioni uguali o anche peggiori della propria». Poi lascia che sia Sarah a esprimerlo sotto forma di buone pratiche: «Io so che ci stanno tre cose che te fanno essere una persona giusta con gli altri: aiutare chi te lo chiede senza stare troppo a questionare, annà sempre al passo del più lento e non lasciare indietro nessuno. Se li segui tutte e tre, magari ti becchi qualche sola, ma almeno quando crepi non finisci nello stesso girone di Margaret Tatcher» — perché se c’è un anello di congiunzione è nell’odiare gli indifferenti. L’antifascismo è una pratica quotidiana anche di ascolto e mettersi nei panni dell’altrə — che non significa né assecondare né restare “balena spiaggiata” — è un antidoto contro l’odio. Viva l’Italia antifascista.

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Sara C. Santoriello

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