Le Persone Normali non avrebbero fatto match

Sara C. Santoriello
5 min readApr 18, 2024

Sally Rooney scrisse di Marianne e Connell nel 2018, poco tempo dopo la diffusione delle app di dating, senza mai menzionarle. Normal People è un romanzo di formazione che parla di un sentimento e dell’incapacità di comunicarlo. Si svolge tra la Capitale e la provincia irlandese e coinvolge due giovani in una storia che oggi, forse, non sarebbe esistita.

Marianne e Connell in una scena tratta dalla serie tv

La serie tv ha dato nuova vita al romanzo per l’adattamento considerato molto efficace. Il libro vive una intensità che fa la sua strada per conto proprio: mentre esprime la pulsione tra i personaggi, descrive e racconta il senso di inadeguatezza che li accompagna lungo tutto il percorso, dovuto talvolta alle condizioni materiali di classe e altre volte a tratti del tutto caratteriali. Normal People affronta la duplicità del pubblico-privato, dell’accettazione sociale e la riservatezza del segreto. Questa dimensione non esiste nel mondo cupidico creato artificialmente dall’algoritmo.

In Normal People c’è una realtà e una realtà vera. Ci sono le persone che condividono un ambiente con Marianne e Connell e lo spazio condiviso esclusivo che si sono costruiti. Sono al di fuori e al suo interno, nel senso più intimo. Essi sono le versioni che proiettano a Carricklea, dove Connell è lo studente modello e popolare, e Marianne è la studentessa brillante ed evitata da tuttə, e pure quelle che proiettano a Dublino, dove Marianne è spensierata e disinibita, e Connell è introverso e impreparato alla socialità. In questo passo a due ermetico, come lo descrivono su Hall of Series, non ci sono serenate. Ci sono braccia che si stringono al collo in silenzio e telefonate nel cuore della notte, sempre in ritardo sui tempi. Due anime che sbagliano e crescono insieme, in segreto. Sia guardando che leggendo, non sappiamo quale sia il flusso di quei pensieri e cosa li porti ad attrarsi e ad allontanarsi così di frequente. Di colpo, alternandosi, la comparsa di altrə partner con cui è più facile destreggiarsi.

La maggior parte delle persone che si sono avvicinate in tempi recenti ha avuto un primo contatto attraverso le swapping app. Farsi una passeggiata vale come un’esperienza. Mentre sfogli le offerte, scegli e classifichi. Puoi persino stabilire gli ambiti della vita a cui dare risalto, modellare quelli socialmente accettabili, così chi sfila già sa. E anche tu già sai. Quindi, selezioni le categorie preconfezionate che senti più vicine al tuo modo di conformare il mondo. Scarti a priori chi si definisce “apolitico” e “pro fitness”, tenti la sorte con chi guarda Sanremo, meglio se dice di essere “una buona forchetta”. Io ho un carattere difficile, sarei una pessima venditrice se lo palesassi. Sulle app siamo la versione migliore di noi stessə. Poi ci basta indossare un buon vestito per recitare meglio la parte per cui siamo statə selezionatə a nostra volta. Penso che non avrei mai messo lo swipe right alle persone che ho amato sinceramente. Per Marianne e Connell sarebbe stato lo stesso.

Con il senno di un codice binario, desiderare diventa imposto, stabilito, predeterminato, anche se indotto come bisogno e possibilità. La versione di noi sulle app elimina la negatività dell’altrə, dell’indisponibile, mediante il touch screen. Byung Chul Han (contributo di Peppe Luisi) scrive: «L’indice che impazza sul cellulare rende consumabile ogni cosa. L’indice che ordina merci o cibo trasferisce giocoforza il proprio habitus consumistico in altri ambiti. Tutto ciò che tocca assume la forma di una merce. Nel caso di Tinder, si degrada l’Altro a oggetto sessuale. Depredato della propria alterità, anche l’Altro diventa consumabile. Nella comunicazione digitale, l’Altro è sempre meno presente. Mediante lo smartphone ci ritiriamo in una bolla che ci protegge dall’Altro». In Normal People la tecnologia esiste quando si rende estensione della dimensione corporea: il messaggio di testo (sms, e-mail), la telefonata, la videochiamata.

Tempo fa ho visto il documentario “Le mie poesie non cambieranno il mondo” con Patrizia Cavalli. C’è un momento in cui l’intervistatorə domanda alla poeta se si fosse mai dichiarata. Patrizia, sorpresa, nega: «Ho sempre aspettato quel momento in cui nessuno dichiara ma tutti e due dichiarano. Quel momento strano, bellissimo, per cui nessuno deve fare qualcosa di più di quanto faccia l’altro, ma è come se ci fosse un movimento contemporaneo delle due persone che a un certo punto si sfiorano e si incontrano. Dove non si riconosce più l’intenzione e, però, avviene». L’attesa e la paura, i sentimenti che si provano quando pensi di poter perdere qualcosa, non esistono per chi usa le varie Tinder, Bumble, Hinge. Scatta il match, ci si vede, se va va, altrimenti addio, senza empatia. C’è un imperativo che si cela dietro a ogni incontro. «La sensazione palesata da chi usa questo tipo di applicazioni è quella di essere davanti a una catena di montaggio, dove la merce scorre davanti agli occhi senza avere il tempo di afferrarla» — scriveva Lorenzo Bodrero su IRPI Media nel 2022.

Marianne e Connell avevano costruito un legame incomprensibile dall’esterno. Si sono capiti profondamente anche ponendosi le domande sbagliate. Con chiunque altro sarebbe stato semplice, ma tra di loro no. Perché, quando ti senti completamente nudə con qualcunə, sai che dispone di ogni arma utile a ferirti. C’è un passaggio del libro che la serie tv (su RaiPlay), seppur fedele, non ha reso: Marianne capisce che in Connell esiste una parte che avrebbe potuto vivere senza di lei. L’allontanamento era accettazione più che rassegnazione: sarebbero esistiti, altrove dall’altrə, e dunque da sé. Finalmente sarebbero tornati a essere persone normali, di cui non importa niente a nessuno.

Non c’era niente di Marianne che avrebbe spinto Connell a conoscerla al di fuori di un avvicinamento graduale, e viceversa. Con Maledetta primavera in cuffia, ho bisogno di credere che l’infinito sia nell’indeterminato. È per questa tenerezza che viviamo.

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Sara C. Santoriello

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