Cammino marxista a Berlino

Sara C. Santoriello
7 min readAug 6, 2024

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Un po’ di socialismo sennò soffoco. L’idea di intraprendere il cammino marxista a Berlino è iniziata sei mesi fa ed è stato il giusto mix di ripasso, recupero e ristoro; quello che ti aspetteresti da una vacanza estiva organizzata da due politologhe. Speriamo che possa esservi utile, noi ci siamo divertite e non vediamo l’ora di tornare!

Kreuzberg

Ci siamo subito lasciate travolgere da un quartiere giovane e dinamico, precisamente accanto a Görlitzer Park (proprio quel posto che tutte le guide ti invitano a evitare). Punto nevralgico per una serie di attività illecite e non, a noi ha ricordato il Pigneto di Roma. Dirette verso l’alloggio, ci siamo imbattute nella fermata del bus dedicata al Memoriale Sovietico. È così che ha avuto inizio il nostro cammino marxista per le strade di Berlino.

Kreuzberg — Bloc Party

Marx-Engels-Forum

Il caldo mattino di agosto ci ha condotte al Ponte Karl Liebknecht, dove, attraversando il parco, si scorgono le due sagome. Martina ha esordito con "Ho sognato questa statua per tutta la vita" e lo stesso ha pensato il turista che di lì a poco ha provato a saltarvi su. Scene simili si ripetono in loop in prossimità dei due autori che solennemente guardano oltre.

DDR Museum

Viaggio-immersione tra abitudini quotidiane e strategia di difesa nella Repubblica Democratica Tedesca. Tappa obbligata, seppur mainstream: si va con sguardo critico per approfondire, ma sembra a tutti gli effetti un prodotto HBO (per chi ha visto la serie Chernobyl). La riproposizione della "casa" nella Berlino Est ci ha ricordato che a noi piacciono le case dei vecchi.

Alte Nationalgalerie

Muovendo da un museo all’altro, questa struttura maestosa è anticipata da un giardino davvero suggestivo. Qui vi sono custodite le opere dei maestri del XIX secolo, nel momento in cui l’arte figurativa approfondisce e sperimenta il rapporto tra società e ambiente. Compaiono le sagome di artigiani e operai, le abilità manuali e le forme di alterità. Il museo ospita i maestri dell’impressionismo, Cézanne, Manet, Monet, Pissarro, un Van Gogh, insieme a un paio di Canova e Courbet.

Menzione speciale per le Frauen di Friedrich, in particolare per la ragazza che guarda oltre la finestra ("Frau Am Fenster"), sconosciuta ai più e a cui vogliamo rendere giustizia perché si tratta di un’opera in netta contrapposizione con l’iconica rappresentazione del Romanticismo del viandante avvolto dall’inquietudine nel mare di nebbia.

Macbeth nella nebbia — Vasco Brondi

Rosa-Luxemburg-Platz

Alla Rosa Rossa del socialismo europeo, la piazza del teatro del popolo con insegne in LIS e memoriali sui viali antistanti. Il percorso spontaneo procede verso Karl Liebknecht Haus, un tempo sede del Partito Comunista e oggi casa di Die Linke, con una libreria e un centro culturale.

Simone Robutti (TWC Global) ci ha accompagnate alla scoperta del quartiere, mostrandoci la statua dello sconosciuto ingegnere sovietico (nascosto tra le piante). Pare che fosse stato posizionato lì per afferrare la Torre della Televisione, ma gli arbusti che lo circondano — cresciuti troppo — ostruiscono le più fervide astrazioni. In questa zona, per uno schnitzel di ottima fattura accompagnato dalla tipica insalata di patate, consigliamo il bistrò Trio.

Berlino 3 — Ministri

Karl-Marx-Allee

Il viale manifesto della DDR parte da Alexanderplatz e si lascia anticipare da bassorilievi e opere pittoriche. Il primo raffigura un aeronauta che difende un uomo e una donna alati, con luna e sole a est e ovest. Non ci sovvengono ulteriori interpretazioni, quindi ci siamo lanciati in grandi disamine (alcuni tratti biometrici, per esempio, ci suggerivano un'origine dei personaggi non europea, difesi dalla razionalità e dalla scienza).

Il palazzo del Ministero dell’Istruzione ha il medesimo richiamo, questa volta a colori, agli studi scientifici e alle opere di intelletto. Infine quello che ha tutta l’aria di essere un graffito, coperto da sei anni per lavori di ristrutturazione all’edificio, che decora la facciata laterale di un centro culturale.

Tappe lungo il viale
- Café Moskau
- Cinema Kino International
- Café Sybille (dentro c’è un’esposizione!)
- libreria Karl Marx Buchhandulung
- Cinema Kosmos
- un busto di Marx, infrattato no sense
C’è anche una strada dedicata alla Comune di Parigi (una rilettura del 18 Brumaio è d’obbligo).

Alexanderplatz — Battiato

Check Point Charlie

Il varco più famoso della divisione a blocchi è diventato un luogo turistico affermato. È possibile contemplare un immenso stemma della DDR e un memoriale per Breznev. Abbiamo fatto un giro nei vari negozi e la situazione ha lasciato a desiderare (/propaganda). Poco più in là c’è un cortile con due colonne ancora in piedi appartenenti al muro e una descrizione sia testuale che fotografica dei varchi.

Non troppo distante è possibile trovare un “tombarolo” con un banchetto di spille, bottoni e monete della DDR (di dubbia provenienza, ma caratteristico nel complesso) in vendita e un chiosco dove c’è un tipo identico a Zamboni dei CCCP che serve currywurst e patatine, entrambi only cash.

Riprendere Berlino — Afterhours

Berlinische Galerie

L’esposizione dadaista di Berlino è un viaggio tra sperimentazione e critica sociale. Con un accostamento di grande impatto, i curatori hanno associato l’azione decoloniale al collage. Hannah Hoch, unica artista dadaista della wave, è presente con numerose opere, come colei che ha inventato il cheapfake per decostruire il contesto e la tradizione di inizio Novecento.

Proprio in quegli anni, anticipata dalla Secessione, veniva messa da parte la lunga tradizione conservatrice, a cavallo con l’unificazione di Berlino nel 1871 (sì, l’anno coincide con la Comune di Parigi). L’arte moderna diventa rurale, interessata alle ingiustizie sociali e a interrogarsi sul suo scopo.

Il documentario di Ivan Argote proiettato al piano terra analizza l’impatto sociale della commemorazione di avvenimenti coloniali (come il 12 ottobre 1492 in Spagna) e la presenza di statue e monumenti dedicati ai colonizzatori nelle nostre città. Attraverso l’espediente della fictio, è stata documentata e sperimentata la reazione delle persone al momentaneo — e non reale — dislocamento delle statue dal luogo abituale.

Comunque Dada — Caparezza

Judisches Museum

Marx e Luxemburg erano ebrei, per cui questa è stata una tappa obbligata. E un museo sul quale abbiamo dibattuto molto. Il pavimento inclinato, lo scoccare della batteria, la torre e il suo unico punto di luce rendono lo spazio un’esperienza sensoriale. Dal terzo piano parte il lungo viaggio che accompagna secoli di storia. Un amico tedesco ci ha detto che è un museo pensato per impressionare i tedeschi più che i turisti, tant’è che si tratta di uno dei pochi musei ad accesso gratuito. Ognunə convive con la propria storia insomma.

Veronica n2 — Baustelle

East Side Gallery

Il muro ha perso fascino, se così si può dire. E una passeggiata lunga circa 1km dopo quelli che oramai sono pannelli bianchi assegnati ad artistə internazionali alternatə nel raccontare con gli occhi di oggi ciò che ha significato la divisione in blocchi. Mauerpark conclude l’esposizione a cielo aperto.

Berlino — Emma Nolde

Marheineke Markhalle

Il più vicino al muro è il Neue Markhalle ma noi abbiamo preferito il mercato coperto di Kreuzberg, frequentato anche dai locals. Qui è possibile trovare alcuni piatti tipici della tradizione tedesca a prezzi onesti e alcune cucine internazionali, sia veg che non.

Riccione — TheGiornalisti

Treptowerpark (Sowjetisches Ehrenmal)

Due enormi porte avviano verso la statua della “Madre Patria sofferente”. Il percorso, anche qui inclinato, conduce a un enorme portale che apre il paesaggio tra due soldati sovietici. Otto bassorilievi marmorei in tedesco da un lato e altrettanti otto in russo dall’altro raccolgono alcune citazioni di Stalin e gli eventi che hanno accompagnato l’avvicinamento tra l’Unione Sovietica e la città di Berlino fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. L’imponente statua che sovrasta il parco raffigura un soldato tedesco (in memoria dei 5.000 caduti nella Battaglia di Berlino) che salva una bambina orfana rompendo con la sua spada una svastica. Fa parte di un trittico, le cui ulteriori opere sono "Retrovie-Fronte" e "La Madre Patria chiama!" e si trovano rispettivamente a Magnitogorsk e Volgograd (ex Stalingrado) in Russia.

Non conoscevamo la storia del luogo, quasi di culto, per cui abbiamo effettuato qualche ricerca. A Berlino sono presenti altri due Memoriali ai caduti sovietici: uno è alle spalle della Porta di Brandeburgo, in Platz der Republik (Tiergarten), e l’altro è a Pankow. Tra gli altri monumenti al ricordo che abbiamo incontrato lungo il cammino ci sono la lapide triangolare dedicata alle vittime omosessuali del nazismo a Nollendorfplatz (un altro ancora è posizionato lungo il viale di Tiergarten) e il Memoriale dei Socialisti al cimitero di Friedrichsfelde.

Live in Pankow — CCCP

German Resistance Memorial Center

Il museo rende giustizia allə civili che, a prescindere dall’estrazione sociale e politica, si sono ribellatə al Nazional-Socialismo. Nel periodo in cui abbiamo affrontato il cammino marxista c’era un’esposizione speciale dedicata in particolare alle donne della resistenza tedesca, tra cui Sophie Scholl, eroina della libertà giustiziata per aver distribuito volantini contro il regime all’università.

Sophie Scholl — Christian Laki

Reichstag (Terrace)

La Bandiera Rossa, considerata uno dei tesori nazionali di Russia, ha sventolato sul Parlamento tedesco almeno due volte. La prima nel 1918, quando la Lega di Spartaco ha guidato la Rivoluzione di Novembre e pubblicato l’omonimo giornale (Die Rote Fahne); la seconda, di cui esistono varie versioni fotografiche, il 1 maggio 1945, anniversario della vittoria dell’Armata Rossa. In giro si dibatte sulle veridicità della foto vincitrice del Pulitzer; a livello di immaginario testimoniamo che è comunque una raffigurazione potente.

Clubbing

La rivoluzione è decostruzione. Aperitivo al Der Visionnaere, prima di regalarci una notte al Kit Kat Club. Dopodiché abbiamo tentato la sorte al Berghain, anche se decifrare l’algoritmo di Sven è complicato (quindi noi fuori come una Diletta Leotta a caso o come i Pinguini Tattici Nucleari). Senza ulteriori indugi e occhiale veloce già su, abbiamo raggiunto il festival del RSO. Tutto chiaro e unanime il motivo del riconoscimento del Patrimonio UNESCO alla Techno di Berlino. Grazie a Giorgia, Nunzia, Alfonso e Micaela per averci raggiunte.

Elon — Von Wegen Litzbeth

Menzione speciale per Neue Museum (con Andy Wharol), Hamburger Museum e Deutsche Historische Museum — che rimandiamo al prossimo cammino. Per percorsi più specifici è possibile consultare la mappa anti-capitalista di Berlino, da cui è stato tratto anche il libro.

Al lavoro e alla lotta,
Sara e Martina

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Sara C. Santoriello
Sara C. Santoriello

Written by Sara C. Santoriello

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